Il 2017 si apre da parte di Fondazione Ginevra Caltagirone con il felice incontro il 2 Febbraio, con il Dott. Giorgio Amadessi, Presidente della Onlus Rock no War!
ROCK NO WAR! ONLUS è un’associazione di volontariato attiva da numerosi anni sul fronte della solidarietà internazionale, che ha come obiettivo quello di portare aiuto concreto e gioia, là dove guerre o sottosviluppo hanno creato dolore e povertà ovunque nel mondo, senza distinzione di razza, religione o fede politica, e con una particolare attenzione all’infanzia e alle zone più dimenticate del mondo. In tal senso coordina e finanzia diversi progetti, con l’apporto ulteriore delle Forze dell’Ordine che garantiscono sempre il loro supporto e la loro presenza, delle amministrazioni che concedendo il loro patrocinio, dei volontari con il loro lavoro, dei mass-media per la visibilità e la copertura informativa sul territorio.
In questi anni ROCK NO WAR! ONLUS è cresciuta molto a livello di immagine e di popolarità, ed ha mantenuto la struttura semplice e flessibile che le consente di organizzare grandi eventi senza mai perdere di vista i progetti che ha deciso di finanziare, recandosi direttamente in loco laddove un’opera è stata terminata, per inaugurarla e valutare che tutto sia andato secondo previsioni.
Nel profondo Sud del Libano, a Ain Ebel, a qualche chilometro dal confine con Israele, una religiosa dell'ordine dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, suor Josephine Nasr, combatte la sua "battaglia" per dare serenità e sicurezza ai giovani alunni della sua scuola, insegnando loro il rispetto per il prossimo e per la diversità. Diversità innanzitutto religiosa, perchè tra gli 800 studenti del Collegio Saint Joseph, ci sono studenti sciiti e cristiani, prevalentemente di rito greco-cattolico. A Ain Ebel, tra le montagne del Sud, ci arriva da volontaria, a un anno dalla fine del conflitto con il vicino Stato ebraico, per assumere la direzione della scuola dove studiano alunni di tutte le età (dall'asilo alle superiori). "Durante quei terribili 33 giorni di conflitto, nel 2006, questa scuola venne fortemente danneggiata". Dal 2007 suor Josephine si è offerta volontaria con l' obiettivo di far tornare il sorriso agli alunni della scuola, situata in una zona molto povera del Paese. Dopo la guerra, le famiglie più facoltose hanno abbandonato la regione. Ain Ebel si trova a pochi chilometri da Beint Jbail, dove l'estate del 2006 l'esercito israeliano subì una forte battuta d'arresto. Anche Ain Ebel, fu assediata, per ben 16 giorni e Suor Josephine ha aspettato sempre i bambini a scuola con il sorriso sulle labbra. Un modo per tranquillizzare i piccoli alunni e per far tornare loro la voglia di giocare, dimenticando quei momenti. Per frequentare i banchi della Saint Joseph, gli studenti arrivano da 19 villaggi vicini. Gli unici villaggi cristiani sono quattro, Rumaysh, Yaroun (dove ci sono però anche musulmani), Debel e Al Qawzah.
Ma tra i banchi le differenze confessionali non si notano, le classi accolgono una trentina di studenti, mentre il corpo docenti è composto da 76 insegnanti, di cui quattro religiose. Gli alunni studiano l'arabo, il francese e l'inglese. L'istituto è in parte privato, in parte viene finanziato dallo Stato. Dalla fine del conflitto, però, non hanno ricevuto alcuna sovvenzione dallo Stato. "Le cose più belle che ci sono in questa scuola sono frutto di donazioni", spiega. Come la biblioteca messa su grazie a un progetto del Cimic (cooperazione civile e militare) del contingente italiano di Unifil, la forza di pace delle Nazioni Unite in Libano. "L'Italia ci ha aiutato tanto. E siamo davvero molto grati per questo".
Suor Josephine, ha studiato pedagogia all'Università di Beirut, ma è originaria della Bekaa. Ha preso i voti a soli 16 anni. Da allora non ha smesso di occuparsi del suo Libano. Il Libano da cui dice che i cristiani non devono andare via, "perche' sono le radici di questo Paese". C'è un messaggio di grande speranza e fede nelle sue parole e anche di rispetto per tutte le confessioni religiose. Anche con Hezbollah, dice, abbiamo buoni rapporti. E anzi, ci sostengono nelle nostre attività". Eppure la paura che da un momento all'altro tutto possa precipitare e' sempre presente. Soprattutto nella vicina Siria. "Se Assad dovesse lasciare il potere, per noi sarebbe la fine. I cristiani del Libano hanno molta paura che la situazione possa degenerare". Per adesso, però, dopo sei anni e tanti sforzi, i bambini della Saint Joseph sorridono. (ANSAmed).
E speriamo possano senz'altro beneficiare della bellissima iniziativa che Fondazione Ginevra Caltagirone grazie a Rock No War renderà fattiva: donare alla Scuola una serie di fondamentali apparecchiature per l'istruzione e l'insegnamento.
Fondazione Ginevra Caltagirone fornirà 21 postazioni di Computer complete ed una lavagna interattiva multimediale. Nuovi linguaggi per innovare la didattica.
Nel mese di marzo 2017, il materiale è stato già fornito all'Esercito Italiano che provvederà a gestire il trasferimento. In attesa di definire tempi e modi per la consegna/donazione alla scuola di Suor Josephine.