La dialisi è una terapia utilizzata da quasi 50 anni, per mezzo della quale viene sostituita la funzione renale di un apparato che presenta delle disfunzioni. E' quindi una procedura utilizzata per depurare il sangue dalle scorie prodotte dall'organismo quando i reni non sono più in grado di farlo. Tale trattamento permette una sopravvivenza lunga, ed in pediatria in particolare rappresenta una prima fase per arrivare al trapianto di rene.
Nell'emodialisi il sangue viene preso da un accesso vascolare, viene portato attraverso una macchina ad un filtro che lo depura e lo restituisce al paziente privo di scorie. Il processo dura dalle 2 alle 5 ore e viene fatto dalle 2 alle 4 volte a settimana.
Nella dialisi peritoneale invece ,viene messo in maniera permanente, un piccolo tubicino tra le anse intestinali, che vengono perfuse di una soluzione sterile e sfruttano la membrana del peritoneo come membrana di dialisi. Tutto questo dura in genere tutta la notte e viene fatto da un macchinario.
Sono sostanzialmente i genitori che lo fanno a casa al loro bambino dopo aver fatto un training di 2 mesi. Una volta superato tale training, tale macchinario, fornito dalla ASL, può essere portato a casa dai genitori, previa autorizzazione, per iniziare il trattamento.
I genitori diventano quindi loro stessi gli infermieri del proprio figlio, che sarà sottoposto a dialisi a casa per tutta la notte e la mattina potrà riprendere la sua vita quasi normale.
I genitori di tali bambini sono in questi casi delle persone eccezionali e se è vero che una madre è quella che meglio di chiunque altro può capire il proprio figlio, in questo caso sarà altrettanto brava a curarlo.
La differenza principale con le nefropatie nell'adulto è data dal fatto che nella maggioranza dei casi in pediatria, le cause di insufficienza renale cronica sono congenite, quindi derivano da malformazioni che sono genetiche o embrionali e che spesso in campo pediatrico sono legate ad altre sindromi o patologie complesse .
Nelle forme più precoci cioè in quelle congenite, in genere sono condizioni che rientrano nell'ambito di patologie complesse per cui al momento che ci si accorge che c'è una patologia, o una sindrome, si fa anche un'indagine sui reni e ci si accorge che anche questi sono compromessi.
Ci sono poi una serie di sintomi legati alle disfunzioni renali che la dialisi da sola non può correggere come ad esempio un deficit di crescita. Oggi disponiamo di una serie di mezzi che ci permettono di aiutare la crescita del bambino sottoposto a dialisi attraverso gli ormoni della crescita che noi somministriamo a tali bambini. Poi ci sono patologie cardiovascolari importanti soprattutto nel caso di ipertensione arteriosa, che la dialisi riesce a correggere solo parzialmente.
Oggi, una larga porzione di nefropatie infantili che sono rappresentate dalle malformazioni dell'apparato urinario congenite, possono essere viste in anticipo attraverso l'ecografia prenatale, che permette così di individuare già prima della nascita del piccolo, la presenza di reni malformati.
Queste malformazioni molto spesso non si possono correggere proprio perchè congenite, quindi si applicano delle terapie dette conservative che sono misure farmacologiche e dietetiche, esaurite le quali, dato che il rene non è più in grado di svolgere le sue funzioni, bisogna sostituire le funzioni renali o in modo artificiale con la dialisi, o in modo biologico con il trapianto.
Per quanto riguarda la dialisi in pediatria, la cura vera e propria per superare tali problematiche e riacquistare una buona qualità di vita è il trapianto di reni .
In genere il tempo si calcola in base all'attesa dell'intervento di trapianto renale.
Nel nostro centro il tempo di attesa medio per un rene da cadavere sono 12 mesi, poi ci sono bambini che per casi particolari possono anche aspettare anni e c'è stato il caso di un bambino che ha aspettato solo 48 ore.
I rischi legati strettamente alla dialisi sono di due tipi: cronici e acuti.
Cronici nel senso che la dialisi non riesce a sostituire la totalità delle funzioni renali, quindi si tratta di bambini che hanno una malattia ossea cronica che può comportare carenza di calcio nelle ossa, c'è un deficit di crescita , oppure l'anemia.
Tendenzialmente in questi ultimi anni la vita è migliorata ma i rischi che questi bambini corrono sono in buona parte ancora presenti.
Ci sono poi dei rischi acuti che sono legati al trattamento stesso, durante la dialisi infatti un paziente deve prendere dei farmaci anticoagulanti perchè altrimenti il sangue si coagulerebbe dentro alla macchina e questo potrebbe causare il rischio di sanguinamento interno con conseguenze gravi.
La dialisi può causare la pressione alta quindi chi va incontro a rischi di ipertensione arteriosa potrebbe avere incidenti cardiaci e celebrali. La dialisi può anche comportare nel bimbo piccolo squilibri di acqua e soluti, elettroliti nella fattispecie , che comportano alterazione del sistema nervoso centrale. Quindi un bambino piccolo se dializzato male può avere le convulsioni.
Ci sono una serie di regole e di manovre che si attuano , ed attraverso le quali tutti questi problemi si possono evitare e quindi l'incidenza di questi fenomeni e questi effetti collaterali acuti della dialisi è francamente molto contenuta. Nell'esperienza del nostro centro, da 27 anni gli incidenti in dialisi che hanno comportato la morte di un paziente sono pari a zero. Diverso è il caso di insufficienza renale acuta che è trattata in terapia intensiva , le cui patologie invece sono molto più gravi e necessitano di cure molto più urgenti ed il rischio legato alla dialisi stessa in pazienti di questo genere, per definizione aumenta , perchè il paziente è più grave.
Siamo estremamente grati alla Fondazione per la donazione fatta al centro di dialisi di un defibrillatore, sia perchè ne avevamo realmente bisogno, sia perchè un defibrillatore è una macchina che realmente può salvare una vita. Nel caso di dialisi infatti , il paziente è più esposto a rischi che riguardano l'attività cardiaca quindi non è immaginabile che non si disponga di un macchinario del genere , per questo vi ringraziamo a nome del reparto e di tutti i bambini .
Il defibrillatore è un macchinario che eroga un potenziale elettrico d'urto che viene dosato secondo le esigenze e che serve a resettare la trasmissione atrioventricolare in modo tale che questa riprenda da capo. Si parla ovviamente di condizioni in cui la trasmissione cardiaca non funziona e che il cuore sia fermo. Il defibrillatore sostanzialmente fa ripartire il cuore.
A cura di
Lorenza Aquilani