Almeno un bimbo su mille viene al mondo nel silenzio e il suo destino dipende anche da una diagnosi tempestiva. Lo screening neonatale, unico strumento utile, in Italia copre il 60% dei neonati.
L'ultimo appello è stato lanciato in occasione del congresso della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale. La copertura dello screening audiologico neonatale è insufficiente, hanno denunciato gli esperti. Per ottenere un'estensione nazionale, hanno precisato, occorre aspettare l'approvazione dei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza, che stabiliscono le cure a cui tutti hanno diritto gratuitamente, incluso appunto il test per l'udito dei neonati già nei punti nascita.
Per cercare di sanare questo "gap" la Fondazione Ginevra Caltagirone Onlus ha donato ufficialmente all'ospedale Fatebenefratelli di Roma, un apparecchio ad emissioni otoacustiche, necessario per la diagnosi precoce della sordità nei neonati.
L'apparecchio portatile è un analizzatore di otoemissioni acustiche, semplice come uno strumento da screening, potente come uno strumento diagnostico.
Utilizzato dalla versione Screener, è realizzato per soddisfare tutte le esigenze di controllo mediante l'uso delle emissioni otoacustiche (OAE).
Lo strumento esegue in modo automatico gran parte delle procedure, offre criteri flessibili e programmabili di arresto e si basa su una tecnologia di attestata efficacia per la misurazione delle OAE.
Individuare precocemente un sordo consente una precoce terapia. Le linee guida Usa, condivise da tutto il mondo, indicano come ottimale un sospetto diagnostico entro un mese di vita, diagnosi definitiva entro 3 mesi, inizio terapie entro 6 mesi.
I segnali d'allarme arrivano tardi, quando il bambino non produce i suoni che ci si aspetta da lui o non sembra reagire ai suoni. Il bambino sordo emette dei suoni e, ad esempio, pronuncia delle sillabe labiali come "ma" e "pa" e si pensa dica "mamma" o "papà". Parole che in realtà lui non ha mai sentito. Può pronunciare anche bisillabe ed è in grado di mettere in atto strategie per compensare la carenza uditiva che possono confondere i genitori e il medico. Ad esempio, sente battere le mani e sussulta per lo spostamento d'aria, non per il rumore, lo stesso accade per un oggetto che cade o una porta che sbatte. Quanto più un bimbo è bravo a compensare quanto più è difficile fare una diagnosi.
Ci sono bambini più a rischio di sordità rispetto ad altri (per familiarità, malformazioni, infezioni pre e neonatali - come il citomegalovirus o la rosolia -, nascita pretermine e permanenza in terapia intensiva). Però, tutti i neonati dovrebbero essere controllati: altrimenti si perde quel 50% di bambini che nascono sordi per altre cause, come quelle genetiche. Genitori che ci sentono, ma sono portatori di una mutazione del gene della connessina 26 (cui si deve il 40% dei casi) possono concepire un bambino sordo.